di Silvia Guggiari
Nella tragedia dell’11 settembre di 16 anni fa tutta l’umanità si è chiesta dove fosse Dio in quel momento. Eppure, in quell’inferno, c’è stato qualcuno che Dio l’ha visto e riconosciuto: l’ha scoperto nelle persone che stava salvando, l’ha trovato nei soccorritori che sono morti per aiutare altre persone e nella catena di solidarietà che presto si è creata in quella situazione tanto tragica e devastante.
Per 29 anni Thomas Colucci ha prestato servizio nel Fire Department of New York, salvando vite umane e rendendo onore alla propria professione di pompiere. La mattina dell’11 settembre, Tom stava tornando a casa dopo aver smontato dal turno di notte. Si trovava a pochi isolati quando ha sentito il boato del primo attacco. Da lì nulla è stato più come prima. Il capitano Colucci si è salvato sotto la Torre Nord che crollava, riparandosi a fatica con altri due pompieri dietro un camion. Tre dei suoi uomini non tornarono: di due non è mai stato trovato il corpo.
In un video pubblicato in rete, prodotto da TeleMATER, la televisione Cattolica Italiana in USA, Colucci ha ricordato: «Quel giorno abbiamo visto il peggio dell’umanità, ma anche il meglio. Tutti dicono “dov’era Cristo quel giorno?”. Beh, ho visto il Suo volto tra i soccorritori, tra le persone che sono corse ad aiutare». «Come vigile del fuoco - ha dichiarato Tom - ho visto tanta sofferenza e miseria. Ma come ho visto il peggio, ho anche ammirato il meglio dell’umanità. A volte ti chiedi: “Come può Dio permettere questo?”, eppure capita anche che le tragedie ti avvicinano a Dio. Ho capito che voglio aiutare le persone in questi percorsi spirituali».
Dopo aver vissuto l’orrore degli attacchi al World Trade Center, qualcosa si è mosso dentro di lui e ha compreso chiaramente di aver ricevuto la chiamata al sacerdozio. Una fede, quella di Colucci, che non l’ha mai abbandonato nelle varie tappe della sua vita: gli è stata accanto quando ha lasciato l’università ed è diventato pompiere, nel 1985. Era presente quando ha raggiunto il grado di capitano. Tom Colucci, che non si è mai sposato, sentiva da tempo il desiderio di diventare prete. Una vocazione, dunque, coltivata nel corso di una vita intera: con la messa quotidiana, il pellegrinaggio a Roma al tempo ancora di papa Wojtyla e tanti piccoli gesti e scelte di ogni giorno. Ma sono state le scene viste durante l’11 settembre a confermare la sua chiamata che poi ha potuto realizzarsi solamente qualche anno dopo Ground Zero, una volta ottenuta la pensione da pompiere.
Pochi tempo dopo l’11 settembre, un’esplosione di gas, avvenuta mentre prestava servizio, gli provoca una profonda ferita alla testa. Colucci è costretto a subire due importante interventi chirurgici al cervello; ma i “suoi” piani erano soltanto rimandati. Lasciato il corpo dei vigili del fuoco nel 2005, Tom riesce finalmente ad intraprendere il percorso che lo porterà al sacerdozio: prima qualche anno in un moansatero benedettino, in cui divide in tempo tra il lavoro nel campo, lo studio e la preghiera; poi, l’ingresso in seminario, dove si ritrova a studiare greco, filosofia e teologia tra seminaristi decisamente più giovani di lui.
Nel 2016, all’età di 60 anni, padre Thomas viene ordinato sacerdote durante una cerimonia speciale avvenuta nella chiesa di St. Patrick a New York e officiata dal cardinale Timothy Dolan, presidente della Conferenza Episcopale Americana. «Dio mi ha dato la grazia di essere un vigile del fuoco, e io ho fatto del mio meglio. Ora mi sta dando la grazia di essere un prete, e farò del mio meglio. Ho passato 20 anni a salvare la gente. Ora voglio salvare le loro anime», ha commentato l’ex vigile del fuoco. Durante l’ordinazione sacerdotale, padre Tom sotto le vesti ha indossato una maglietta dei Vigili del Fuoco e una medaglia dedicata a San Floriano, loro patrono.
Il primo incarico importante che gli è stato affidato è stato quello di celebrare la messa cittadina in occasione del quindicesimo anniversario dell’attentato terroristico a New York, l’11 settembre dell’anno scorso.